Nella Regione Puglia —ad esempio— una legge ad hoc stabilisce un contributo
erogato tramite bando pubblico per la predisposizione del progetto di comunità
energetica e di
tutta la documentazione necessaria nelle fasi preliminari di costituzione.
In Campania —invece— un buon esempio è quello
di San
Giovanni a Teduccio, quartiere di Napoli dove attraverso una
partnership tra Legambiente,
Fondazione Famiglia di Maria e 40
famiglie vessate
da situazioni di estrema povertà, è nata la prima comunità energetica
solidale d’Italia.
«L’impianto di
produzione da 53 kw è dislocato sul
tetto della Fondazione per il Sud e l’energia
è condivisa dalle famiglie: nell’arco
di 25 anni si calcola che il totale degli incentivi ricevuti, detratte le spese
di gestione, ammonterà a circa 250 mila euro» calcolano gli specialisti
di EnergRed.com.
Poi ancora ci sono comunità energetiche
in Sicilia a Ferla, incantevole borgo campione di sostenibilità in
provincia di Siracusa, dove è nata la prima comunità energetica dell’Isola, ed
a Sferro (Catania); in Sardegna a Nule (Sassari), a Villanovaforru (Cagliari) ed a Ussaramanna (Medio Campidano); in Basilicata a Tito (Potenza); in Puglia a Melpignano (Lecce).
E che dire dell’Abruzzo? Qui, nel comune di Villetta Barrea (L’Aquila), nel cuore del
Parco Nazionale, EnergRed.com è scesa in prima linea con il primo progetto
italiano di «comunità a impatto energetico quasi zero», andando a riqualificare
una piccola centrale idroelettrica grazie ad una collaborazione
pubblico-privato.